De Andre’ 15 anni
fa
Oggi ricorre il
quindicesimo anniversario della morte del mio compagmo anarchico Fabrizio De
Andre’ e vorrei che potesse leggere
questo mio blog per sapere quanto mi manca e che giornata pessimo sto passando
pensando a lui. Stasera spcco la dieta e mi mangio un bel piarto di pasta co u piestu,belin. Mea, sci, il tuo concerto del
tour Le Nuvole, con tuo figlio Cristiano che suonava benissimo tutti gli strumenti
a plettro, per e, credimi se ti dico che ne ho sentiti tanti ed ovunque, resta
il miglior concerto italiano di sempre. Mi folgoro’ come quello che vidi quando,
abitavo ad Arenzano, vidi Adriano Celentano, il profeta del rock’n’roll
italiano, a Genova, al teatro Verdi. Accompagnato dalla mia adorata madre
Orlandina, detta Dina. Scusa, Fabrizio, ma non sono stato uno degli entusiasti
della prim’ora, come tutti i liguri, anche se sono nato e vssuto a Roma i primi
anni di vita vissuti di li’ mi fanno dire che mi sento stremamente ligure,
stento a fraternizzare subito, alla pacca immediata sulle spalle, all’abbraccio,
alla risata facile. E nel mondo della musica da un punto professionale sono
tutti amici. Macche’. Fratelli. Io e te, Fabrizio, non siamo mai stati fratelli
ma compagni. Compagni anarchici quando la merce “anarchia” andava molto di
moda. Troppo. No, non come adesso che
gni tanto spunta qualcuno, si dice anarchico e finisce in galera per l’odioso
grido “bombe, sangue, anarchia” che tanto male ha fatto all’anarchismo. Eri uno
vero. Quando il settimanale anarchico Umanita’ Nova, fondato dal compagno
Errico Malatesta, rischiava seriamente di chiudere all’inzio degli anni ’70 andasti
in tour, ignorato dalla “critica” ma affollatissimo, e tutti i soldi gudagnati
andarono alla Causa, al Movimento, a Umanita’ Nova. Vaglielo a dire ai “compagni”
di adesso, belin. E che bello vederti sempre con l’adorata Dory, Dory Ghezzi. E che gesto
fu aprire l’agriturismo in Sardegna, dove vi avevano rapito, insieme a Vasco Rossi,
ruspante e vero come te. Ti ho sentito tante,tante volte, anche adesso che scrivo
mi sei vicino col la tua voce ma voglio raccontare un’episodio che potra’ metterti a fuoco meglio. Belin,
Zaccagnini. Eh,no, belan, De Andre’. Un direttore, genovese come te ma che mi
odiava profondamante e non so perche’, mi chiamo’ un pomeriggio e, ghignando,
mi disse di intervistarti al telefono, cosa che giustamente odiavi, per sapere
cosa ne pensavi del libro dello “studioso” che affermava esserci messaggi subliminlali
che osannavano al diavolo nella musica rock, bastava suonare i dschi al
contrario. Un’emerita “belinata”, lo so, una stronzata colossale. Un’emerita cazzata,
come dicono a Roma. Dico di si’. Sperando di spegnere il sardonico sorriso.
Chiamo Genova, risponde a voce bassissima Dory, mi presento e le dico che vorrei
intervistarti. Si’, lo so che non parli mai per telefono ma se magari sono io
che chiamo farai un’eccezione. Dory mi dice di aspettare e poi, cortese come
sempre e preceduto da alcune frasi in dialetto genovese che ci scambiamo,
rispondi, con voce bassissima, esaurientamente a tutte le mie domande
smantellando lo “studioso”. Ti ringrazio tanto eripassi il telefono a Dory. La
ringrazio moltisismo poi mi azzardo a chiederle perche’ abbiamo parlato a voce
cosi’ bassa. “Scusa, Paolo, Fabrizio e’ di la a fare la veglia alla mamma che e’
morta”. Capito chi era Fabrizio DeAndre’? Te lo dico lo stesso, anche se to che
a te, al cimitero monumentale di Staglieno, importa poco. Del tuo funerale,
nella tua, nostra Genova, ricordo gli occhi gonfi di pianto di Vasco, Rossi,
tremante, il volto esangue di Ivano, Fossati,genovese come te, Gianna Nannini
sul sagrato della chiesa tra le bandiere nere e rosse nere dell’anarchismo. Tu, Fabrizo, sarai anche morto ma per me, per chi
ti ha amato e stimato, seis smpre qui, tra i carruggi, a via Pre’, ad Albaro.
Una sola cosa, Faber: domani il tuo amatissimo Genoa a Roma ci deve dare tre
punti. Cosa dire di piu’? Ti voglio sempre bene e qui a Dublino ho una tua
fotografia con dedica, appesa la muro, insieme a quella del mio maestro di
giornalismo Giuseppe Geraci e a una di mia figlia Nora. E annemmu.
Kate Moss, la
supermodella inglese, compie 40 anni. Altre foto nude pagate fior di milioni di
euro, sterline, dollari.
Mario Balotellli,
nerissimo, a maggio fara’ finalmene il test D.N. A. per capire e vedere se la
figlia di Raffaella Fico, showgirl fino a prova contrario come dice Roberto, e’
veramente la sua. La bambina, che Baloteli ha visto poco o nulla, ha la carnagione molto scura. Avra’
preso gia’ il sole?
Tra Federer e
Laver consiglierei al “senatore” di non fare il terzo incomodo. Va bene esaltare
Ordinary love, il nuovo brano che gli U2 hanno scritto per il film Mandela :long
walk to frredom, ma le palle da tennis fanno male. E domani parliamo di Bruce.
Re-Italy
I read from one GIP,and report to you immediately, that Sofia
Vergara in in a US tv show has slapped a tv personality, they say. Jimmy Kimmel.
Mel C. Sporty Spice, is 40. And I add that yesterday my good
friend Luca turned 49. What a guitar
player he is.
Ricordate, sara’
una risata che li seppellira’.
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